The Land Game

CoLOMBA (COoperazione LOMBArdia) è l’Associazione delle Organizzazioni di Cooperazione e Solidarietà Internazionale della Lombardia che riunisce più di 100 organizzazioni di cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario con sede in Lombardia. Possono far parte dell’Organizzazione tutte le ONG ed ONLUS con sede legale in Lombardia.

Le organizzazioni di CoLOMBA si impegnano a promuovere la sovranità dei popoli e delle comunità locali nella gestione delle risorse naturali nel rispetto dei diritti umani, e invitano i governi ad agire nei confronti delle imprese responsabili per le violazioni compiute nei paesi più svantaggiati.

Il 2015 è l’Anno internazionale dei suoli. Secondo la FAO un terzo dei terreni mondiali sono degradati a vario titolo. Uno dei fenomeni che negli ultimi anni sta raggiungendo dimensioni preoccupanti è il land grabbing, l’acquisizione, da parte di soggetti privati o da parte di Stati, di vaste zone coltivabili all’estero, per produrre beni alimentari destinati all’esportazione.

Un evento di promozione della cooperazione internazionale ha bisogno di essere semplice e diretto, anche se deve trasmettere contenuti complessi e difficili. Grazie a LAND GAME, il tema del land grabbing è diventato un gioco capace di coinvolgere in maniera diretta gli utenti e di trasmettere un messaggio chiaro ed efficace.

Il Marketing Territoriale

Un territorio competitivo è l’unica concreta possibilità di sviluppo economico. Per riuscirci bisogna puntare sulla diversità: proteggerla, promuoverla e renderla accessibile.

Il marketing territoriale è la capacità, di una città o un’area geografica, di diventare sempre più attrattiva per le imprese e per le persone. Si tratta dell’unica vera possibilità di sviluppo in un mondo sempre più competitivo e in grado di offrire suggestioni e incentivi di ogni tipo. Per fare marketing del territorio bisogna saper fare tre cose: proteggere la diversità, promuovere la diversità e rendere accessibile la diversità.

Proteggere la diversità significa conoscere e amare la tradizione dove questa fa cultura, dove è sedimento di saperi, di storia e di modo di vivere. Significa non accettare l’omologazione. Ma la difesa della “diversità” senza la sua “promozione”, significa isolamento, snobismo, decadenza. Se non la rendiamo “accessibile” ci separiamo dal dialogo fra i popoli e non cogliamo le opportunità di un mondo sempre più curioso e attento.

Lavorare in gruppo

Riflessioni minime per comprenderci e capirsi.

È la relazione che definisce la qualità della nostra vita, ma è la relazione complicata che ci procura la maggior sofferenza. Anche nei gruppi di lavoro spesso le convivenze sono difficili. Perché?
I motivi sono tanti e l’utilizzo di alcune tecniche di comunicazione potrebbe aiutare ad ovviare ad alcune criticità. Esempio: l’Analisi Transazionale dice che ognuno di noi “gioca” un ruolo, un copione che viene ripetuto spesso in modo inconscio, in tanti contesti e quindi anche nel gruppo di lavoro. Quelli più usati sono “Io ho ragione e tu hai torto”, “Capitano tutte a me”, “L’eroe/eroina ovvero devo fare tutto io”, “So tutto io”.
Mentre leggete li avete già senz’altro individuati tra i vostri colleghi. La gamma si amplia tra “chi ama attaccare ed entrare sempre in competizione” (lo chiamiamo aggressore?), “chi esasperatamente sottolinea tutte le criticità” come fossero cose irrisolvibili o difficilissime (sarà il disfattista?) e chi persegue ostinatamente una sua idea, indipendentemente dai contesti (ma questo è il fissato!).
Il consiglio, soprattutto rivolto a chi gestisce dei gruppi, è quello di individuare questi giochi (analizzandoli e definendoli con un po’ di ironia) e immaginare come modificarli. Ogni gioco prevede una risposta. ma spesso è il paradosso che funziona meglio.