COMUNICATO STAMPA

Si illumina piazza Don Gallo con l’installazione Lighting #1. Presto altre nove opere di lighting designer in altrettante piazze del Centro Storico

Da questa sera piazza Don Gallo è illuminata da un’installazione artistica permanente pensata dalla lighting designer genovese Stefania Toro e per la realizzazione della quale sono stati coinvolti gli abitanti di quell’area del Centro Storico.

L’inaugurazione, alla presenza dell’assessore al Centro Storico Paola Bordilli, dell’assessore all’Ambiente Matteo Campora e del presidente del Municipio Centro Est Andrea Carratù, si è tenuta nel pomeriggio.

Lighting #1 – CULTURE, PARTICIPATION, COMMUNITY, INCLUSION, RESPECT, RIGHTS, SUSTAINABILITY, SQUARE, LIVE, NATURE, LIVABILITY – questo il nome dato all’installazione – nasce da un lungo percorso di ascolto del territorio e intende rappresentare con la luce i valori emersi e condivisi con gli abitanti e con chi vive oggi gli spazi della piazza.

Il progetto – “Lighting for Genoa” – coinvolgerà presto altre nove location del centro cittadino dove saranno realizzate altrettante installazioni permanenti di luce con il coinvolgimento di lighting designer internazionali.

Ecco gli altri nove interventi che seguiranno questa prima esperienza pilota: Piazza inferiore del Rosso (zona Prè), Piazza San Marcellino (zona Ghetto), Piazzetta Boccanegra (zona Maddalena), Piazza della Lepre (zona Maddalena), Piazza dei Garibaldi (zona Maddalena), Piazza Sauli (zona Molo), Piazza Stella (zona Molo), Piazza San Giorgio (zona Molo), Piazza Santa Maria in Passione (zona Molo).

L’obiettivo – ha sottolineato l’assessore al Centro Storico Paola Bordilli – è riqualificare piazze e aree ritenute strategiche, valorizzare percorsi culturali e, non ultimo, mettere in sicurezza specifiche porzioni di territorio. Non si tratta di interventi calati dall’alto: la metodologia che abbiamo scelto per realizzare questo progetto prevede un’analisi delle caratteristiche delle aree sia dal punto di vista urbanistico, che architettonico e sociale, e una grande attenzione per gli abitanti».

«La battaglia per la sicurezza e il decoro urbano del centro storico – ha sostenuto l’assessore all’Ambiente Matteo Campora – è fatta di tante azioni. Non ultima per importanza c’è l’illuminazione delle piazze e dei caruggi. In questo caso l’installazione che inauguriamo stasera, oltre ad assolvere a questa funzione, ne ha anche un’altra da non sottovalutare: si tratta di un intervento artistico che abbellisce la piazza e che è stato pensato a chi la piazza la vive».

«Come presidente del Municipio Centro Est – ha detto Andrea Carratù – sono molto riconoscente all’amministrazione comunale. Registro un’azione decisa e costante per trasformare, sia con lavori di largo respiro che con interventi minuti e puntuali, questa importante porzione di territorio in un luogo vivibile e attrattivo. Il percorso di rigenerazione del centro storico è ancora lungo ma la strada che è stata imboccata è quella giusta».

L’installazione intende valorizzare la piazza dal punto di vista scenografico, connetterla idealmente con le principali arterie di comunicazione del centro storico, farne emergere i valori fondanti – come l’inclusione, il rispetto, il senso di comunità – e sottolineare l’importanza che la vegetazione ha all’interno della piazza (vegetazione presente oggi grazie ad una azione spontanea degli abitanti), nel rispetto delle esigenze dei residenti e ad integrazione dell’attuale illuminazione pubblica.

L’installazione vede la realizzazione di una seduta posta al centro della piazza, la rappresentazione di una proiezione sulla facciata dell’edificio lato est e connessioni di luce sugli accessi da via Lomellini e via del Campo.

Realizzata in acciaio intorno all’albero simbolo piantato nel 2014 in memoria di Don Andrea Gallo, la seduta durante il giorno crea occasioni di aggregazione e socialità e, alla sera, si trasforma in lanterna luminosa per proiettare al suolo parole evocative in lingue differenti a testimonianza dell’interculturalità e spirito di inclusione che caratterizza il luogo.

La proiezione sulla facciata dell’edificio a est della piazza riproduce illustrazioni di piante e vegetali fuori scala a rappresentare desideri e azioni intraprese dai cittadini negli anni. Mentre gli impianti luminosi installati negli accessi principali alla piazza, creano una segnaletica luminosa al suolo con l’obiettivo di accompagnare i visitatori al centro della piazza dove è collocata la “seduta – lanterna”.

Le illustrazioni sono di Cristiano Ghirlanda e Marie-Caroline Courbet e la realizzazione della società Condiviso.

Maps 6 Memes

Un viaggio in rete alla scoperta delle nostre ultime metamorfosi

Con la metafora delle mani che seguono il pensiero, proseguiamo il nostro viaggio affrontando un argomento che non può mancare quando si tratta di “u-mani” e di saper fare: sono gli artigiani, colonna portante della nostra economia e custodi di un saper fare antico. Come stanno affrontando la realtà di oggi tra innovazione di prodotto, di processo e di sistema?

Surfare sul web alla caccia delle nostre ultime metamorfosi, in tema di artigianato, ci porta innanzitutto davanti ad una straordinaria verità: manca personale qualificato. Ma ne manca moltissimo.

Secondo il “Bollettino” del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal (l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro) e pubblicato a settembre, saldatori, fabbri e informatici sono tra le figure professionali più richieste che le aziende non riescono a reperire. Numeri alla mano, si attesta complessivamente al 36,4% la quota di assunzioni per cui le imprese dichiarano difficoltà nel trovare risorse adeguate. Le figure più difficili sono fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (66,2%), fabbri ferrai, costruttori di utensili e assimilati (65,8%), artigiani e operai specializzati del tessile e dell’abbigliamento (65,5%).

Uno spazio professionale – ampio e variegato – nel quale si innestano un ricambio generazionale spesso inesistente, una formazione professionale qualificata a volte difficile da reperire o da trasmettere, un mercato dell’artigianato che quando va a braccetto con il mercato del lusso deve garantire oltre ad una altissima qualità, anche una grande capacità tecnica e di innovazione.

La notizia, pubblicata dall’AGI – una delle principali agenzie di stampa italiane e rilanciata su diversi media – fa il paio con un’altra, pubblicata da Il Sole24Ore nello stesso periodo e dedicata al “distretto del cappello”. Forse non tutti sanno che il distretto fermano-maceratese del cappello assorbe il 70% della produzione italiana di cappelli ed è il primo a livello europeo. Si tratta di circa 1.500 addetti e 90 aziende, tutte rigorosamente artigiane e di piccole dimensioni. Le sfide future, a detta del loro presidente, passano per una competizione internazionale, la necessità di fare sempre più un salto verso l’alta qualità e il lusso, la necessità di favorire un ricambio e una maggiore digitalizzazione sia dei processi produttivi che nella commercializzazione dei cappelli.

Mentre il sistema produttivo dell’artigianato lancia l’allarme e Dolce&Gabbana – sempre illuminanti e visionari – dalla loro passerella veneziana ci confermano che “il futuro della moda è negli artigiani italiani, scopriamo che la rete pullula di esperienze, u-mane, artigiane e digitali.

Tra le più visionarie incontriamo Mirta, segnalata tra le otto startup su oltre duecento da B Wonder – Women move forward, la call per sostenere le startup femminili come stimolo e incoraggiamento per tutta l’imprenditoria guidata da donne. Si tratta di un marketplace per artigiani italiani che sogna un mondo “where the value of an object won’t be signaled by a price or a brand anymore. We envision a world where the value will be signaled by quality, uniqueness and human connection”. Insomma, non solo prezzi o marchi famosi, ma cervelli, mani e cuori di piccoli artigiani indipendenti.

Non si tratta dell’unica piattaforma dedicata all’artigianato, anzi ce ne sono molte, spesso specializzate. Pensiamo a MIPEL LAB, la fiera del settore della pelle conciata con metodi naturali, che ha lanciato – tramite una piattaforma online – un luogo virtuale dove il matching tra domanda e offerta sia attivo 365 giorni all’anno. Oppure “Italian artisan” – al momento oggetto di una operazione di crowfunding molto interessante su Opstart – che intende sviluppare una piattaforma b2b per mettere in contatto marchi internazionali e tessuto produttivo made in Italy.

Il settore è in piena evoluzione e non dimentica le sue potenzialità anche in ambito turistico. È facile (e anche molto interessante), ad esempio, imbattersi nella App “Homo Faber Guide” che offre una ricca selezione di destinazioni artigianali da esplorare e sperimentare. Ideata da una fondazione svizzera che ha la missione di “celebrare e preservare l’artigianato di qualità”, oggi raggruppa più di 1000 artigiani e 450 esperienze in 31 Paesi, con regolari aggiornamenti settimanali che assicurano alla piattaforma una costante evoluzione.

Comunque, se siete una azienda artigiana e volete migliorare la vostra presenza online, attraverso l’ottimizzazione dell’utilizzo dell’e-commerce o dei social, tenete d’occhio le proposte, call, siti-vetrina o possibilità di finanziamento che i diversi territori italiani offrono. Giusto per fare qualche esempio: a Firenze, “Murate Idea Park”, l’incubatore di impresa progetto della Scuola di Scienze Aziendali e Tecnologie Industriali “Piero Baldesi”, ha aperto ufficialmente il suo nuovo bando “CallforCraft”, dedicato alle PMI artigiane fiorentine a supporto del loro percorso di digitalizzazione; in Liguria, Confartigianato – in collaborazione con le strutture regionali per l’internazionalizzazione delle imprese – sta lanciando il progetto “#NEXTLIGURIA: nuovi orizzonti commerciali per le imprese”, che punta a promuovere a livello internazionale la conoscenza, la visibilità e l’immagine dei prodotti del marchio “Artigiani in Liguria” utilizzando metodi e strumenti innovativi di marketing e comunicazione. Stay tuned!

Questo articolo è uscito sul blog 6Memes del Gruppo Maps.

Intervento di lighting design sulla Diga foranea per riflettere sul cambiamento climatico e sull’innalzamento dei mari

Presentazione venerdì 10 dicembre alle ore 18:00, presso la Sala del Capitano di Palazzo San Giorgio

In collaborazione con il Festival Zones Portuaires Genova, 12 lighting designer si sono riunite per progettare un intervento temporaneo di luce da realizzarsi sulla Diga foranea genovese nel corso della prossima primavera-estate.

La domanda di partenza è stata “Do you care? Riflettiamo sul mare”. A livello progettuale, è stata dunque scelta la “riflessione” come fenomeno ottico caratterizzante il concept e la poetica dell’intervento luminoso ed è stata inclusa la componente della “luce naturale”, poiché Il lighting designer è un professionista che utilizza la luce – seppur impalpabile – come un materiale da costruzione, sia essa naturale che artificiale.

Il progetto prevede tre scenari luminosi, sia notturni che diurni.

Il primo simula il flusso del mare, grazie a installazioni a led di colore blu in una specifica porzione della diga – visibile sia dal mare che da terra. La programmazione luminosa oltre a simulare le onde, intervallerà segnalazioni di luce in codice morse che manderanno messaggi di SOS dal molteplice significato: Save Our Ship, Save our Sea, Showing our Support.

Il secondo scenario coinvolge un’altra porzione di diga che sarà allestita con materiali riflettenti di recupero – le coperte isotermiche per il salvataggio in mare. Su questi materiali, tramite torce e speciali attrezzature, in occasione del Festival Zone Portuaires 2022, le imbarcazioni di passaggio, il pubblico e gli attori del Festival come degli esploratori marini faranno vibrare i materiali riflettenti, illuminando la diga immersa nella totale oscurità della notte. Questo stesso allestimento – durante il giorno – darà vita al terzo scenario dove i materiali riflettenti mossi dal vento riverberano la luce del sole creando bagliori e imprevedibili giochi di luce, contribuendo ad alleggerire la matericità della Diga e la sua funzione di barriera architettonica e visiva delle acque.

Il progetto di illuminazione temporanea della Diga foranea di Genova sarà presentato venerdì 10 dicembre alle ore 18:00 presso la Sala del Capitano a Palazzo San Giorgio, Via della Mercanzia 2 a Genova, in occasione del Festival Zones Portuaires 2021 che avrà luogo dal 5 al 10 dicembre in vari luoghi della città e del porto genovese. All’iniziativa prenderanno parte l’ing. Marco Vaccari che presenterà il progetto della nuova diga foranea di Genova e Maria Elena Buslacchi, curatrice del Festival che racconterà l’esperienza “La diga oltre la diga” realizzata sulla Digue du large di Marsiglia.

Il progetto temporaneo di lighting design sulla Diga foranea di Genova è firmato da 12 lighting designer donne: Beatrice Bertolini, Lighting Designer, coordinatrice IALD UK, Londra; Camila Blanco, Architectural Lighting Designer, Milano, Italia; Giorgia Brusemini, Designer e Ambasciatrice Italiana Women in Lighting, Milano, Italia; Chiara Carucci, Lighting Designer, IALD Nordic, Stoccolma, Svezia; Simona Cosentino, Arch. Lighting Designer, Torino, Italia; Martina Frattura, Lighting Designer, Lisbona, Portogallo; Giusy Gallina, Architectural Lighting Designer, membro IALD, Torino, Italia; Liliana Iadeluca, Lighting Designer e Light Painter, Genova, Italia; Marta Mannino, Architectural Lighting Designer, Bergamo, Italia; Carla Morganti, Lighting Designer, Parigi, Francia; Sarah Elise Sartore, Lighting Designer, Bergamo, Italia; Stefania Toro, , Lighting Designer, Genova, Italia.

Il Progetto è reso possibile grazie alla collaborazione e al supporto di Condiviso, U-Boot Lab e Space Cannon, oltre all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale.

Qui la presentazione completa del progetto.

http://www.zonesportuaires-genova.net/