Fotografia, video, 3D, still life, moda, spot viral.
Abbiamo realizzato progetti fotografici di altissima qualità nell’ambito pubblicitario dello stil life nei settori Food, Jewellery, Beauty & Fashion. Il nostro lavoro è legato alla realizzazione di immagini per packaging, cataloghi e campagne ADV per privati, agenzie pubblicitarie e brand internazionali. Inoltre, produciamo e realizziamo video/spot commerciali per campagne, eventi e web, con soluzioni creative e insolite.

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In occasione della Milano Fashion Week la nostra socia Silvia Badalotti è stata invitata all’apertura di HOMI Fashion & Jewels Exhibition per parlare di Intelligenza Artificiale nel campo della moda e del gioiello.

HOMI Fashion & Jewels Exhibition è l’unico evento completamente dedicato ad accessori, abbigliamento e gioielli che si svolge a Milano, la capitale della moda. È la manifestazione in cui stile, design e ricerca si incontrano dando vita a proposte originali e idee innovative e un un evento per presentare collezioni e proposte di accessori moda.

Il secondo appuntamento dell’edizione 2023 si è svolto dal 15 al 18 settembre presso Fieramilano a Rho.

Hi Silvia, tell us a little bit about yourself: Where did you grow up, what did you wanted to do when you were a child, what do you do and where are you located now?
Born and raised in Milan in the 70s, even as a child I used to bring any toy to my eyes and pretend it was a camera.I’m a still life photographer since 1995, collaborating with fashion brands, international magazines and creative agencies. I’m living with my family in Genoa where I also have my co-working studio and factory (https://condiviso.coop/) but I’m constantly in Milan for work.

 

Do you recall when and how you first consciously encountered AI?
This summer, Simone Santilli, a close friend and talented visual artist, introduced me to Midjourney and Dall-E. It was love at first prompt!

 

Can you briefly walk us through the development process step by step of your latest work? Where did the idea come from? 
In my latest work, I wanted to connect Adidas, one of the most innovative and iconic brands ever with the history of art, in particular the Renaissance period. I wanted to create a realistic vision of these two distant worlds without tears or smudges. The process was very long as always. But then it happens that your words align perfectly with the code you write and the magic is done! For me it is always exciting.

 

What software did you use to create this project?

For this project I used Midjurney.

What challenges did the image present? 

The biggest challenge for this project was to keep a balance between photorealism and the painterly quality of the classical artworks.

 

What inspires you as an AI artist?
It’s very difficult to answer this question, I live for my job and my brain processes images 24/7! I’m always inspired and I wish I had the ability to store images with just the blink of an eye. Who knows, maybe in a few years I will be able to do that!

What is your favorite subject in AI? For what reasons?

I have a lot of trouble using AI because I was dyslexic as a child, so for me writing has always been very complicated. So I’d say I don’t have a favorite subject.

 

What are you looking for when generating?

The thing I look for is always something that doensn’t exist. If it can be done with photography, what is the purpose of AI then? It is a technology with the potential to open new and unexplored territories for creative experimentation.

 

What are your artistic ambitions?

I definitely hope AI will be something more than a trend and I wish to be able to use it in my commercial future works.

 

 Who are your favorite artists, traditional or digital, and can you explain why?

I can’t say that I have a favorite artist, saying otherwise will be unfair. I grew up with Irving Penn’s books, I adored his still lifes and I find myself in his aesthetics. Today, however, I appreciate all those young talents who have something to say and say it loud.

 

From your personal experience, what is some advice you could share with aspiring AI artists?

For young AI aspirants I can say that it looks easy but it is not. There is the risk that these software make the images all the same, so you have to start from a strong concept and be clear about what you want to achieve. A good background in the history of visual culture and arts is essential for creating interesting works. My advice is to think with their eyes.

 

 What do you think about NFTs?

I think nfts are a great tool for artists to circulate their work without intermediaries (galleries, agents, etc) certify the authenticity of the work, the copyright, the money transactions. The web 3 with its decentralization of which NFTs are a part, has the potential to completely change the relationship between content producers and their audiences. I still have to approach this world but I will soon.

 

What can we expect to see from you next?
Good question! I would love to know too. I always ask myself what’s next.

Silvia, thank you so much for taking the time and all the best in the future!

All images by @silvia_badalotti_work

 

Questo articolo è stato pubblicato sul metazine RED-EYE

 

 

Silvia Badalotti

Silvia, mi racconti il tuo lavoro in Condiviso? 

Sono socia fondatrice di Condiviso dove mi occupo in generale di immagini e foto editing. Diciamo che tutto il lavoro di Condiviso che riguarda l’immagine passa attraverso il mio benestare e quindi potrei definirmi la Responsabile delle immagini. Svolgo anche attività di formazione in ambito fotografico e realizzo video e servizi fotografici per i nostri clienti. 

 

Quanto lavoro c’è dietro alla realizzazione di un’immagine? 

Dipende da tanti fattori, in primis dalla tipologia di immagine da realizzare. Più che una questione di tempo lavorativo necessario alla realizzazione di un servizio fotografico o di un’immagine quello che ci sta dietro è la conoscenza, ovvero quello che ti permette di portare a termine il lavoro in maniera soddisfacente. Una cultura dell’immagine come bagaglio personale e come background è necessaria come lo è essere recettivi alle tendenze perché anche nella cultura visiva esistono delle mode e delle icone visive che identificano degli spazi temporali, vedi gli anni ’80 o’90, sono tutte mode che poi ritornano. La composizione di un’immagine può occupare anche pochissimo tempo ma quello che conta è il proprio background, non è una questione di tempo ma di forma.

 

Un’immagine deve essere post prodotta, giusto? Che tipo di interventi fai e con che programmi? 

Esatto! Fondamentalmente utilizzo Photoshop ma dipende sempre dal servizio che si realizza. Se si tratta di un servizio commerciale cerco di fare il più possibile sul set e ritoccare il meno possibile l’immagine ricorrendo solo ad un ritocco di pulizia e di correzione colore, la così detta color correction. Per quanto riguarda i lavori e i progetti artistici il ritocco e la post produzione costituiscono l’80% del lavoro e quindi della produzione della fotografia.

 

Spiegami, che cos’è lo still life? 

Tecnicamente e letteralmente vuol dire natura morta. È un concetto che si rifà sicuramente alla pittura, infatti uno dei primi fautori dello “still life” può essere considerato proprio Caravaggio. Nel passaggio dalla pittura alla fotografia il termine è rimasto vivo nel tempo ed utilizzato per differenziare i fotografi di moda e di persone da quelli di oggetti. Io sono fotografa di still life e attraverso l’utilizzo della luce cerco di fare quello che facevano i pittori, dare forma e significato agli oggetti che fotografo valorizzandoli ed esaltandoli proprio attraverso l’utilizzo della luce.

 

Come si è evoluto il tuo lavoro negli anni? 

Si è evoluto tantissimo! Io ho iniziato nel ‘95 utilizzando la pellicola fotografica e il banco ottico e quando i tempi di lavorazione erano lentissimi, sia quelli di preparazione del set che di metodologia di scatto che prevedevano appunto l’uso delle pellicole e delle lastre 10×12 che si montavano sul banco ottico.

I tempi erano lunghi anche per poter vedere il risultato finale del proprio lavoro sul set fotografico. Passavano anche 24 ore prima che il laboratorio ti facesse vedere le foto sviluppate. Ovviamente non esistevano PC, Photoshop e post produzione, ho quindi vissuto il passaggio completo dall’analogico al digitale.

Sono sempre in cerca di nuove sperimentazioni che tengano viva la mia creatività, proprio per questo nell’ultimo periodo ho iniziato a lavorare con l’intelligenza artificiale, sperimentando così una nuova forma di metodologia lavorativa che passa attraverso la scrittura. Si perché funziona così: esistono delle applicazioni, dei software, che generano delle immagini realistiche partendo e basandosi su una descrizione testuale. Il collegamento tra semantica testuale e la sua rappresentazione visiva è possibile grazie al sistema di “learning image”. Su un centinaio di milioni di immagini e relative didascalie, il sistema riesce a capire quando un determinato frammento di testo si riferisce ad un’immagine.

In questo momento sto sperimentando due database, uno è Midjourney e l’altro è DALL-E. È molto stimolante sperimentare ma devo ancora capire in che modo poter utilizzare queste nuove tecnologie a livello lavorativo e se ci sarà la possibilità di farlo.

È sicuramente un argomento caldo visto che ne stanno parlando un po’ tutti, anche in ambito artistico, proprio come è avvenuto durante l’ultima edizione del TEDx a Genova dove ho avuto la possibilità di sperimentare l’AI realizzando in diretta delle immagini attraverso delle parole chiave individuate proprio durante i talk dell’evento stesso.

 

Una curiosità, com’è nata la tua passione per la fotografia? 

Più che una passione per la fotografia la mia è stata un’esigenza perché è stato per me l’unico modo di potermi esprimere sin da bambina. La passione è stata una conseguenza dell’esigenza e successivamente è diventata anche un lavoro. 

 

Qual è stato il progetto più importante o che ti è piaciuto di più al quale hai lavorato? E quello che avresti voluto o vorresti realizzare? 

Non c’è un progetto che mi è piaciuto di più. Ogni progetto che inizio mi piace sempre perché per me è un piacere fotografare e fare questo lavoro. Il più importante è stata la lunga collaborazione che ho avuto con la Fondazione Cartier di Parigi che mi ha dato la possibilità di esprimere al massimo la mia creatività attraverso la loro rivista Cartier Art.

 

Dammi una risposta diretta: foto a colori o in bianco e nero? 

Pur producendo al 90% foto a clori prediligo il bianco e nero perché ti permette di concentrarti di più sull’emozione che il progetto vuole trasmettere e sei meno distratto dai colori. Il focus è sull’emozione più che sulla realizzazione dell’immagine. Questa mia passione per il bianco nero posso applicarla nella realizzazione dei video artistici dove ho per fortuna la possibilità di scegliere.

 

Lavoro realizzato per TEDx Genova 2022

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Ricibo

Condiviso ha ideato e realizzato un video/animazione per raccontare cosa fa Ricibo, uno dei progetti più interessanti che sono stati realizzati a Genova.

RICIBO è un progetto di RETE cittadino per il recupero e ridistribuzione eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale nel territorio del Comune di Genova che intende realizzare una PIATTAFORMA INTEGRATA di tutti i progetti/azioni esistenti allargandone quanto possibile il campo di azione sul territorio cittadino.  Un vero e proprio sistema ibrido unico pubblico/provato/profit non profit che punta a una città a spreco zero.

Silvia Badalotti per Lindt

La Lindt ha realizzato una campagna pubblicitaria nazionale ad affissione, per la quale il ruolo di fotografa e supervisore è stato assegnato a Silvia Badalotti dopo un’accurata selezione. I manifesti della campagna pubblicitaria sono esposti proprio in questo periodo in tutte le città italiane più importanti, come Milano, Roma e Firenze.

Per questo progetto, come in ogni progetto di campagna pubblicitaria, l’agenzia di Lindt ha presentato la sua idea creativa ed è stato compito di Silvia, affiancata da un team di 14 persone da lei selezionate, realizzare la foto “perfetta” che soddisfacesse in pieno le esigenze del cliente.

Dopo la selezione c’è stato un Pre Project Meeting, ovvero una riunione dove ogni membro aderente al progetto ha potuto esprimersi e comprendere meglio il proprio ruolo.

Dopodiché il servizio fotografico in sé è avvenuto in un solo giorno, ma è stato un processo estremamente complesso e importante.

Il prodotto finale, una foto composta da 7 foto segmentate, è stato il frutto di oltre una settimana di post produzione. In questa settimana Silvia si è occupata di mettere insieme tutti gli scatti e creare il miglior risultato per il suo cliente: per questo la supervisione di ogni minimo dettaglio è stata necessaria.

Un compito di questo calibro è molto impegnativo, l’investimento finanziario da parte del cliente è elevatissimo e quindi il risultato deve essere assolutamente impeccabile. La campagna è stata un vero successo. I manifesti resteranno appesi in diverse location in tutta Italia fino a Natale.

Intervista a cura di Susanna Trucco, studentessa di Communication and Media presso la Bournemouth University, a Bournemouth (UK). 

Campagna Pubblicitaria Lindt

Shooting per campagna pubblicitaria Lindt. Nuove confezioni di mini praline al cioccolato.

Cliente: Lindt

Shooting Pack Esselunga

Dal 2010, Silvia Badalotti realizza foto per le confezioni dei prodotti Esselunga.

Si tratta di una professione nella professione, per la quale sono necessarie una serie di conoscenze specifiche assai complesse, indispensabili per poter realizzare l’immagine fotografica di un alimento. La perfezione e la qualità che il prodotto deve comunicare passa solo dalle mani sapienti del food stylist e del fotografo.

Esselunga (ph. Silvia Badalotti – Nest)

Fotografare il food

Fotografare il food

Clienti: Esselunga, San Pellegrino, Pavesi

L’arte della food photography  è considerata una delle più difficili tra le specialità della fotografia: come dicono gli adepti “se sai immortalare il cibo, allora puoi fotografare ogni cosa!”

Le foto di cibo sono scattate con l’intento di trasmettere un senso di freschezza e naturalezza, altre il calore di una tazza di tè caldo, altre la sofisticatezza e la complessità di un piatto di alta cucina.

La maggior parte delle volte il lavoro del fotografo di food viene affiancato da una importantissima figura professionale che si chiama Food Stylist: colui che, armato di pinzette, vernici o colla, rende il cibo irresistibilmente bello e appetitoso.

Spot AISM

Produzione dello spot e realizzazione delle foto per la promozione della campagna lasciti di AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla, ideato da Comunicazioni Sociali. L’impegno per uno spot pensato, sia per i social media sia per  la televisione, è un lavoro molto creativo ed importante soprattutto quando la delicatezza e il rispetto dei temi trattati deve conciliarsi con il raggiungimento degli obiettivi dell’associazione.

Regia: Davide Scappini – Foto: Silvia Badalotti – Cliente: AISM – Agenzia: Comunicazioni Sociali – Milano