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Genoa Pesto World Championship - Digtal Edition 2021

Sono passati quasi due mesi dalla digital edition 2021 del Genoa Pesto World Championship, l’ottava in ordine di tempo, e ci sembra ancora di sentire il profumo di basilico che pervade la Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale, sede della conduzione dell’evento.

In veste di co-organizzatori della manifestazione biennale e curatori del suo svolgimento in diretta streaming sulla piattaforma Zoom – la più utilizzata in tempo di pandemia – ci piace ricordare alcuni dettagli di questa edizione tanto complessa quanto originale: dai preparativi per ottimizzare la riuscita di una versione quanto mai inedita del campionato, alla riunione con l’ottima Mary Cacciola, presentatrice d’eccezione volata per noi a Genova direttamente dagli studi di Radio Capital.

L’evento ha visto tanti volti quante sono le possibili versioni del pesto fatto in casa: rappresentanze ufficiali come quelle del Sindaco Marco Bucci, del Presidente della Regione Giovanni Toti e del Presidente della Camera di Commercio Luigi Attanasio intervenute direttamente sul piccolo palco allestito con mazzetti di basilico nella sala del Ducale, Massimo Morini, frontman della genovesissima band Buio Pesto e autore dell’Inno del Pesto e, naturalmente, gli 85 partecipanti, molti dei quali pronti a sfoderare il mortaio in diretta Zoom.

Non sono mancate le conference-call di alcuni chef genovesi, italiani e di una manciata di ospiti internazionali con i quali avviare il collegamento live ha avuto ulteriori insidie dettate dal fuso orario.

In uno degli eventi collaterali previsti durante la diretta, il fumettista e illustratore Lucio Angelo De Giuseppe è stato proclamato primo classificato del premio “Pestochampionship Mascot” e ha ricevuto il premio di 2.500 € direttamente dalle mani di Paola Bordilli, Assessora al Commercio e Grandi Eventi del Comune di Genova.

Se coordinare un ormai storico evento sul pesto nella sua città natale richiede una grande responsabilità, farlo in modalità digitale è una sfida anche maggiore.

Il prossimo campionato è previsto per marzo 2022. Ci auguriamo che Genova possa nuovamente accogliere da vivo tutti gli ospiti, gli amici, i concorrenti della global community degli amanti del pesto genovese.

Ricibo

Condiviso ha ideato e realizzato un video/animazione per raccontare cosa fa Ricibo, uno dei progetti più interessanti che sono stati realizzati a Genova.

RICIBO è un progetto di RETE cittadino per il recupero e ridistribuzione eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale nel territorio del Comune di Genova che intende realizzare una PIATTAFORMA INTEGRATA di tutti i progetti/azioni esistenti allargandone quanto possibile il campo di azione sul territorio cittadino.  Un vero e proprio sistema ibrido unico pubblico/provato/profit non profit che punta a una città a spreco zero.

Food Tech

Il seguente articolo è stato pubblicato sul blog 6memes del gruppo MAPS Qui l’articolo originale

Prima tappa: Gerusalemme

La notizia della partnership tra Jerusalem Venture Partners, fondo internazionale di venture capital, e Mars Incorporated, che produce alcuni dei marchi alimentari più di successo al mondo (tra questi, M&M’s®, SNICKERS®, TWIX®) per sviluppare in Israele soluzioni tecnologiche innovative in ambito agricolo, alimentare e nutrizionale, fa letteralmente il giro del mondo. In collaborazione con i principali centri di ricerca israeliani, il progetto intende sostenere startup e percorsi di innovazione aziendale, con l’obiettivo di fornire soluzioni scalabili alle sfide di nutrire l’umanità e preservare l’ambiente.

Già da questa prima ipotetica tappa si intuisce la cifra del ragionamento globale sul cibo del futuro: innovazione, ricerca tecnologica, impatto sociale e ambientale. A livello internazionale non si contano le startup, gli acceleratori d’impresa, i premi e i finanziamenti dedicati al foodtech, ovvero all’innovazione tecnologica in ambito agroalimentare.

Da Israele agli States, il salto è veloce. Qui le startup dell’agrifood tech – quelle che innovano “from farm-to-fork” (dalla fattoria alla forchetta) – hanno raccolto nel 2018 16,9 miliardi di dollari di investimenti e si attestano in un range di incremento annuo del 43%, confermando gli Stati Uniti come paese leader del settore.

Due notizie, in particolare, nelle ultime settimane, hanno scosso i media americani e internazionali: Amazon che investe 575 milioni di dollari in Deliveroo (società delle consegne a domicilio con base a Londra e attività in 14 Paesi) e Beyond Meat, la prima startup – che produce carne “alternativa” – a quotarsi in borsa.

Distribuzione delle fonti del monitoraggio effettuato.

Media della distribuzione delle fonti del monitoraggio effettuato dal 1 gennaio 2019 ad oggi. Piattaforma Monitoring Emotion.

Il tema della “carne senza carne” è molto caldo, soprattutto nel mondo anglosassone, da quando catene internazionali come Burger King hanno proposto l’impossible burger (hamburger “impossibile” che sanguina come fosse carne fresca ma non è prodotto da animali ma da piante). Personalità famose come il rapper Jay-Z, Serena Williams o Beyoncé ne sostengono la produzione. L’interesse raggiunge il grande pubblico (non solo vegani o vegetariani).

Gli scaffali dei supermercati che offrono questi prodotti sono presi d’assalto. Per capire la portata del fenomeno, basta constatare che persino l’Asia – con la Cina capofila a livello mondiale per consumo di carne di maiale – se ne sta interessando e sta nascendo una richiesta importante di questi prodotti.

Il tema della ‘carne senza carne’ è molto caldo, soprattutto nel mondo anglosassone, da quando catene internazionali come Burger King hanno proposto l’impossible burger…CONDIVIDI IL TWEET

I gusti dei consumatori globali cambiano, siamo più sensibili e informati sulla sostenibilità ambientale, le opzioni a disposizione sono sempre più innovative e numerosa. Dalla Silicon Valley all’Italia, il passo sembra lungo ma in realtà non lo è poi così tanto.

A Milano a gennaio è stato inaugurato il FoodTech Accelerator con l’obiettivo di trasformare la città in un hubinternazionale dell’innovazione per il food e il retail (settori che da sempre fanno del Made in Italy un marchio riconosciuto in tutto il mondo), mentre Talent Garden a giugno aprirà il primo campus per foodtech e sostenibilità. Situato nel quartiere Isola (a nord del centro di Milano) offrirà postazioni di lavoro per circa 180 professionisti di startup, aziende, incubatori, venture capital, università che si occupano di tecnologia applicata al cibo.

C’è chi twitta “senza #innovazione anche il #cibo #MadeinItaly può estinguersi” ma la realtà dei fatti non sembra proprio confermare questa paura, tenuto conto che solamente Milano, nelle ultime settimane, ha ospitato “Seed&Chips”, the leading food innovation summit in the world (il principale vertice sull’innovazione alimentare nel mondo); “TUTTOFOOD”, the leading international B2B fair focused on food and beverage (la principale fiera internazionale B2B dedicata a cibo e bevande), e in questi giorni “Cibo a Regola d’Arte”, un festival sul futuro dell’alimentazione” – confermando il ruolo di primo piano a livello internazionale della città lombarda sul tema dell’agroalimentare.

Cibo del Futur: buzz dal 1 gennaio 2019 ad oggi

Cibo del Futuro: buzz dal 1 gennaio 2019 ad oggi. Piattaforma Monitoring Emotion.

Ultima tappa: Londra

La capitale inglese batte tutti per creatività grazie alla mostra “FOOD: Bigger than the Plate” visitabile al Victoria&Albert Museum dal 18 maggio al 20 ottobre. L’esposizione propone oltre 70 progetti visionari (ma realizzabili e realizzati) sull’alimentazione e sulla sostenibilità ambientale, ideati da artisti e designer in collaborazione con chef, scienziati e agricoltori.

Dall’installazione di funghi che crescono a partire dai fondi del caffè provenienti dal V&A Benugo Café (e che ci ritorneranno per essere cucinati in una logica di economia circolare), al “bicitractor a pedali” sviluppato da Farming Soul per sostenere l’agricoltura su piccola scala, l’esposizione presenta opere in prospettiva sperimentale e spesso provocatoria, immaginando futuri alimentari alternativi. Tra queste “the Sausage of the Future” (la salsiccia del futuro) di Carolien Niebling con immagini di insaccati contenenti vermi e insetti.

Il tema del consumo di insetti come fonte nutrizionale ad alto contenuto proteico, in realtà, è oggetto di un dibattito piuttosto acceso. Ci sono startup che stanno investendo in produzione e ricerca, e approfondimenti scientifici che ne calcolano l’impatto dal punto di vista nutritivo e ambientale. Sui social, il tema si presta a facili battute e commenti sarcastici – specialmente da noi italiani: “Se il cibo del futuro sono i grilli fritti, preferisco che non esista nessun futuro. Estinguiamoci e facciamola finita.”!

Campagna ZeroHunger

Nei social media, tra i contenuti a tema agroalimentare, non manca però lo spazio per campagne più serie come quella della FAO #ZeroHunger (ZeroFame) contro la fame nel mondo. Tra i messaggi più virali, questo bel invito: “Youth are the future. The future of agriculture. The future of food. Our future without hunger. Investing in them is investing in our #ZeroHunger future” (I giovani sono il futuro. Il futuro dell’agricoltura. Il futuro del cibo. Il nostro futuro senza fame. Investire su di loro significa investire in un futuro senza fame).

Sara Di Paolo

L’articolo si basa sulle informazioni raccolte grazie alla piattaforma di analisi semantica Web Distilled che è stata impostata in italiano e inglese per analizzare tutte le fonti, nazionali ed internazionali, disponibili – i social media, il web, i blog e le testate giornalistiche online, la carta stampata, le trasmissioni radio e tv digitalizzate – intorno al tema del cibo e del futuro, inteso come innovazione, tecnologia, nuovi stili di vita. Il monitoraggio è attivo dal primo gennaio 2019.

La piattaforma in questi mesi ha raccolto più di 15.700 contenuti tra articoli, blog, post e trasmissioni radiotelevisive. Il 77% sono in lingua inglese e il 23% in italiano. La maggior parte dei contenuti è stata pubblicata online (78,9%), seguono i social con il 17,8% e carta stampata, radio e TV con il 3,3%. Il 16% dei contenuti complessivi cita le “startup”, il 9% parla di spreco alimentare e il 9,4% di insetti da mangiare.


CREDITS IMMAGINE DI COPERTINA (rielaborata):


ID Immagine: 87015406. Diritto d'autore: Fabio Berti

ID Immagine: 100858327. Diritto d'autore: Niphon K

ID Immagine: 41200980. Diritto d'autore: marchie
Riders Magazine

Riders Magazine. Un ritratto dello chef Lamantia, appassionato di moto d’epoca per un articolo pubblicato nel numero di luglio, e un progetto per una storia Jeep.

Campagna Pubblicitaria Lindt

Shooting per campagna pubblicitaria Lindt. Nuove confezioni di mini praline al cioccolato.

Cliente: Lindt

Fotografare il food

Fotografare il food

Clienti: Esselunga, San Pellegrino, Pavesi

L’arte della food photography  è considerata una delle più difficili tra le specialità della fotografia: come dicono gli adepti “se sai immortalare il cibo, allora puoi fotografare ogni cosa!”

Le foto di cibo sono scattate con l’intento di trasmettere un senso di freschezza e naturalezza, altre il calore di una tazza di tè caldo, altre la sofisticatezza e la complessità di un piatto di alta cucina.

La maggior parte delle volte il lavoro del fotografo di food viene affiancato da una importantissima figura professionale che si chiama Food Stylist: colui che, armato di pinzette, vernici o colla, rende il cibo irresistibilmente bello e appetitoso.

Urban

A Milano ha molto successo il free press Urban dedicato alla moda e alle tendenze urbane.

Nel numero in uscita in questi giorni, il servizio fotografico; dedicato a cibo e moda è firmato da Silvia Badalotti. La chiave è tutta nell’interazione ironica e stravagante tra i due mondi.

Foto: Silvia Badalotti – Agenzia: Nest