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Tag Archivio per: monitoring emotion

Sara Di Paolo
MARKETING E COMUNICAZIONE

Il Papa, il metaverso e Wuhan: connessioni iperboliche intorno al concetto di comunità

La cura e lo scambio dei dati – intesi come informazioni, conoscenza, valori – sono tra i fattori fondativi e distintivi nella costruzione e crescita di comunità. Questo è il tema portante del viaggio di quest’anno attraverso web, social e press. Proveremo a monitorare tre tipologie di comunità e a vedere cosa emerge, cosa impazza, cosa diventa trendy nel nostro infinito navigare digitale.

La prima comunità che toccheremo sarà quella “virtuale”, mondi che si incontrano grazie a tecnologia e connessioni, nuovi nomadi e nuovi stili di vita. Opzioni diverse per costruire il futuro (o per rappresentarlo). La seconda comunità di cui cercheremo i segnali e verificheremo gli effetti (in ambito comunicazione) sarà quella “scientifica”, così coinvolta, impegnata e – di conseguenza – citata, in questi anni di pandemia. Per sua stessa natura, è innovativa, internazionale, fluida. Infine, andremo ad osservare cosa succede alle comunità “ad alto impatto sociale”, come le comunità educanti, le comunità dedicate alla cura delle persone e degli spazi comuni. Così attente (e insostituibili) nella costruzione di inclusione e democrazia.

Ad un primo colpo d’occhio – one shot su web e social in queste ultime settimane – lo spaccato appare particolarmente interessante. Le comunità per la ricerca scientifica occupano l’84,5% della comunicazione a discapito di quelle educanti (13,9%) e di quelle virtuali (1,6%), come si può vedere nell’immagine 1.

Immagine 1 / Share of voice, mese di marzo 2022.

Da questa prima navigazione, curiosando nel mondo delle comunità “virtuali”, oltre a vari gruppi di fan e appassionati (al primo posto in assoluto gli ammiratori dell’attore Can Yaman, in questi giorni impegnato nelle riprese di una serie TV), emerge un acceso dibattito intorno al “sistema Facebook”. Da un lato, una sentenza della Corte di Cassazione del 9 febbraio 2022, ha affermato che “assumono valore indiziante rispetto alla commissione di un reato anche le forme di gradimento espresse attraverso il like sul social network Facebook” (vedi Altalex.com, “Social network, il like su post antisemiti è grave indizio di istigazione all’odio razziale” del 18 febbraio), dall’altro, aumenta la curiosità intorno al “metaverso”. Questo termine, coniato da Neal Stephenson in Snow Crash, libro di fantascienza cyberpunk pubblicato nel 1992, indica una realtà – distaccata rispetto al mondo reale – accessibile attraverso il proprio avatar (corpo digitale) grazie ad internet. Secondo Zuckerberg, il creatore di Facebook, basta avere un browser a cui connettersi, scegliere la comunità virtuale a cui accedere e poi indossare i suoi “occhiali speciali”.

E sono, senza dubbio, “occhi speciali” quelli con i quali la comunità scientifica ha osservato il mondo e lavorato in questi ultimi due anni. È la comunità più citata e menzionata, per ovvie ragioni. I “top themes” che emergono intorno ad essa (vedi Immagine 2) ne rilevano l’importanza e l’attenzione. Ovviamente è tutto incentrato sul Covid-19.

Immagine 2 / Wordcloud “comunità scientifica”.

Nelle ultime settimane, oltre agli aggiornamenti sull’andamento della malattia e alle nuove regole che stanno entrando in vigore, si riaccende il dibattito sulle cause della pandemia grazie ad un articolo pubblicato sul Corriere della Sera ad inizio marzo e diventato virale. Giorgio Palù, virologo, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco, intervistato da Margherita De Bac, rilancia l’ipotesi che a scatenare la pandemia sia stato un virus fuoriuscito involontariamente da un centro di ricerca. “Il ceppo prototipo di Wuhan […] e tutte le varianti che ne sono derivate, presentano una caratteristica affatto peculiare. Nel gene che produce la proteina Spike (quella che il virus utilizza per agganciare la cellula da infettare), appare inserita una sequenza di 19 lettere appartenente ad un gene umano e assente da tutti i genomi dei virus umani, animali, batterici, vegetali, sinora sequenziati. La probabilità che si tratti di un evento casuale è pari a circa una su un trilione”. L’articolo approfondisce vari aspetti sull’origine della malattia e auspica, come più volte richiesto dall’OMS e dalla comunità scientifica, la collaborazione delle autorità cinesi.

Neanche a farlo apposta, sono proprio “condivisione” e “accoglienza” le due parole che contraddistinguono in queste settimane le notizie pubblicate intorno al tema della comunità educante. Spicca per viralità, un intervento del Papa in occasione del cinquantenario di una scuola cattolica milanese. Queste le parole con le quali si è rivolto agli studenti, agli insegnanti e alle famiglie: “c’è bisogno di fare squadra, di crescere, non solo nelle conoscenze, ma anche nel tessere legami per costruire una società più solidale e fraterna. Perché la pace, di cui abbiamo tanto bisogno, si costruisce artigianalmente attraverso la condivisione. Non ci sono macchine per costruire la pace, no: la pace sempre si fa artigianalmente”.

Inutile rimarcare che, di questi tempi, navigando su web e social alla ricerca di comunità, una soltanto, davvero emerge su tutte. È quella ucraina, suo malgrado. #nowar #nessunaguerra

8 Aprile 2022/da Sara Di Paolo
https://condiviso.coop/wp-content/uploads/2022/04/Maps_1_31-marzo-2022.png 656 924 Sara Di Paolo https://condiviso.coop/wp-content/uploads/2019/04/CONDIVISO_LOGOp.png Sara Di Paolo2022-04-08 12:00:472022-05-03 10:19:41Il Papa, il metaverso e Wuhan: connessioni iperboliche intorno al concetto di comunità
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MARKETING E COMUNICAZIONE

Foodtech e nuovi stili alimentari

Food Tech

Il seguente articolo è stato pubblicato sul blog 6memes del gruppo MAPS Qui l’articolo originale

Prima tappa: Gerusalemme

La notizia della partnership tra Jerusalem Venture Partners, fondo internazionale di venture capital, e Mars Incorporated, che produce alcuni dei marchi alimentari più di successo al mondo (tra questi, M&M’s®, SNICKERS®, TWIX®) per sviluppare in Israele soluzioni tecnologiche innovative in ambito agricolo, alimentare e nutrizionale, fa letteralmente il giro del mondo. In collaborazione con i principali centri di ricerca israeliani, il progetto intende sostenere startup e percorsi di innovazione aziendale, con l’obiettivo di fornire soluzioni scalabili alle sfide di nutrire l’umanità e preservare l’ambiente.

Già da questa prima ipotetica tappa si intuisce la cifra del ragionamento globale sul cibo del futuro: innovazione, ricerca tecnologica, impatto sociale e ambientale. A livello internazionale non si contano le startup, gli acceleratori d’impresa, i premi e i finanziamenti dedicati al foodtech, ovvero all’innovazione tecnologica in ambito agroalimentare.

Da Israele agli States, il salto è veloce. Qui le startup dell’agrifood tech – quelle che innovano “from farm-to-fork” (dalla fattoria alla forchetta) – hanno raccolto nel 2018 16,9 miliardi di dollari di investimenti e si attestano in un range di incremento annuo del 43%, confermando gli Stati Uniti come paese leader del settore.

Due notizie, in particolare, nelle ultime settimane, hanno scosso i media americani e internazionali: Amazon che investe 575 milioni di dollari in Deliveroo (società delle consegne a domicilio con base a Londra e attività in 14 Paesi) e Beyond Meat, la prima startup – che produce carne “alternativa” – a quotarsi in borsa.

Distribuzione delle fonti del monitoraggio effettuato.

Media della distribuzione delle fonti del monitoraggio effettuato dal 1 gennaio 2019 ad oggi. Piattaforma Monitoring Emotion.

Il tema della “carne senza carne” è molto caldo, soprattutto nel mondo anglosassone, da quando catene internazionali come Burger King hanno proposto l’impossible burger (hamburger “impossibile” che sanguina come fosse carne fresca ma non è prodotto da animali ma da piante). Personalità famose come il rapper Jay-Z, Serena Williams o Beyoncé ne sostengono la produzione. L’interesse raggiunge il grande pubblico (non solo vegani o vegetariani).

Gli scaffali dei supermercati che offrono questi prodotti sono presi d’assalto. Per capire la portata del fenomeno, basta constatare che persino l’Asia – con la Cina capofila a livello mondiale per consumo di carne di maiale – se ne sta interessando e sta nascendo una richiesta importante di questi prodotti.

Il tema della ‘carne senza carne’ è molto caldo, soprattutto nel mondo anglosassone, da quando catene internazionali come Burger King hanno proposto l’impossible burger…CONDIVIDI IL TWEET

I gusti dei consumatori globali cambiano, siamo più sensibili e informati sulla sostenibilità ambientale, le opzioni a disposizione sono sempre più innovative e numerosa. Dalla Silicon Valley all’Italia, il passo sembra lungo ma in realtà non lo è poi così tanto.

A Milano a gennaio è stato inaugurato il FoodTech Accelerator con l’obiettivo di trasformare la città in un hubinternazionale dell’innovazione per il food e il retail (settori che da sempre fanno del Made in Italy un marchio riconosciuto in tutto il mondo), mentre Talent Garden a giugno aprirà il primo campus per foodtech e sostenibilità. Situato nel quartiere Isola (a nord del centro di Milano) offrirà postazioni di lavoro per circa 180 professionisti di startup, aziende, incubatori, venture capital, università che si occupano di tecnologia applicata al cibo.

C’è chi twitta “senza #innovazione anche il #cibo #MadeinItaly può estinguersi” ma la realtà dei fatti non sembra proprio confermare questa paura, tenuto conto che solamente Milano, nelle ultime settimane, ha ospitato “Seed&Chips”, the leading food innovation summit in the world (il principale vertice sull’innovazione alimentare nel mondo); “TUTTOFOOD”, the leading international B2B fair focused on food and beverage (la principale fiera internazionale B2B dedicata a cibo e bevande), e in questi giorni “Cibo a Regola d’Arte”, un festival sul futuro dell’alimentazione” – confermando il ruolo di primo piano a livello internazionale della città lombarda sul tema dell’agroalimentare.

Cibo del Futur: buzz dal 1 gennaio 2019 ad oggi

Cibo del Futuro: buzz dal 1 gennaio 2019 ad oggi. Piattaforma Monitoring Emotion.

Ultima tappa: Londra

La capitale inglese batte tutti per creatività grazie alla mostra “FOOD: Bigger than the Plate” visitabile al Victoria&Albert Museum dal 18 maggio al 20 ottobre. L’esposizione propone oltre 70 progetti visionari (ma realizzabili e realizzati) sull’alimentazione e sulla sostenibilità ambientale, ideati da artisti e designer in collaborazione con chef, scienziati e agricoltori.

Dall’installazione di funghi che crescono a partire dai fondi del caffè provenienti dal V&A Benugo Café (e che ci ritorneranno per essere cucinati in una logica di economia circolare), al “bicitractor a pedali” sviluppato da Farming Soul per sostenere l’agricoltura su piccola scala, l’esposizione presenta opere in prospettiva sperimentale e spesso provocatoria, immaginando futuri alimentari alternativi. Tra queste “the Sausage of the Future” (la salsiccia del futuro) di Carolien Niebling con immagini di insaccati contenenti vermi e insetti.

Il tema del consumo di insetti come fonte nutrizionale ad alto contenuto proteico, in realtà, è oggetto di un dibattito piuttosto acceso. Ci sono startup che stanno investendo in produzione e ricerca, e approfondimenti scientifici che ne calcolano l’impatto dal punto di vista nutritivo e ambientale. Sui social, il tema si presta a facili battute e commenti sarcastici – specialmente da noi italiani: “Se il cibo del futuro sono i grilli fritti, preferisco che non esista nessun futuro. Estinguiamoci e facciamola finita.”!

Campagna ZeroHunger

Nei social media, tra i contenuti a tema agroalimentare, non manca però lo spazio per campagne più serie come quella della FAO #ZeroHunger (ZeroFame) contro la fame nel mondo. Tra i messaggi più virali, questo bel invito: “Youth are the future. The future of agriculture. The future of food. Our future without hunger. Investing in them is investing in our #ZeroHunger future” (I giovani sono il futuro. Il futuro dell’agricoltura. Il futuro del cibo. Il nostro futuro senza fame. Investire su di loro significa investire in un futuro senza fame).

Sara Di Paolo

L’articolo si basa sulle informazioni raccolte grazie alla piattaforma di analisi semantica Web Distilled che è stata impostata in italiano e inglese per analizzare tutte le fonti, nazionali ed internazionali, disponibili – i social media, il web, i blog e le testate giornalistiche online, la carta stampata, le trasmissioni radio e tv digitalizzate – intorno al tema del cibo e del futuro, inteso come innovazione, tecnologia, nuovi stili di vita. Il monitoraggio è attivo dal primo gennaio 2019.

La piattaforma in questi mesi ha raccolto più di 15.700 contenuti tra articoli, blog, post e trasmissioni radiotelevisive. Il 77% sono in lingua inglese e il 23% in italiano. La maggior parte dei contenuti è stata pubblicata online (78,9%), seguono i social con il 17,8% e carta stampata, radio e TV con il 3,3%. Il 16% dei contenuti complessivi cita le “startup”, il 9% parla di spreco alimentare e il 9,4% di insetti da mangiare.


CREDITS IMMAGINE DI COPERTINA (rielaborata):


ID Immagine: 87015406. Diritto d'autore: Fabio Berti

ID Immagine: 100858327. Diritto d'autore: Niphon K

ID Immagine: 41200980. Diritto d'autore: marchie
13 Giugno 2019/da Condiviso
https://condiviso.coop/wp-content/uploads/2019/06/mucca-carolina-copia-770x464-1-e1561631381565.jpg 334 334 Condiviso https://condiviso.coop/wp-content/uploads/2019/04/CONDIVISO_LOGOp.png Condiviso2019-06-13 15:41:132020-09-16 12:20:26Foodtech e nuovi stili alimentari
Sara Di Paolo
MARKETING E COMUNICAZIONE

Noi siamo quel ponte, il primo ponte siamo noi

Crollo Ponte Morandi

*L’articolo è stato pubblicato su 6Memes, il Blog del Gruppo MAPS

A quattro mesi dalla tragedia che ha colpito Genova, il monitoraggio – realizzato da Maps Group e Words tramite la piattaforma Web Distilled – analizza l’impatto che il crollo del ponte Morandi ha avuto a livello nazionale e internazionale in termini di comunicazione e immagine della città e dell’Italia intera.

In questi mesi, il sistema ha rilevato 450.000 contenuti tra articoli di giornale, trasmissioni radio e tv, uscite sui social, post e news su blog e siti web. Con una media giornaliera di 3.800 messaggi. L’88% in lingua italiana, il 50% sui social. Sui media inglesi sono stati pubblicati 30.000 articoli, oltre 12.000 su quelli spagnoli, 7.200 in lingua francese e 1.500 in tedesco.

Allo shock iniziale, all’incredulità e al dolore, alla consapevolezza (“Noi siamo quel ponte”) espressa ad ogni latitudine che chiunque di noi poteva essere lì in quel momento, sono poi seguite – soprattutto a livello internazionale – descrizioni precise e dettagliate dei fatti e del percorso politico, istituzionale, progettuale, processuale e sociale in atto nel nostro paese. É di qualche giorno fa la pubblicazione su un sito inglese specializzato di una ricerca sulle “global ageing infrastructures” (lo stato di “invecchiamento” delle infrastrutture a livello globale). Al centro dell’analisi il caso genovese e una considerazione “no time to grow old gracefully” (non c’è tempo per invecchiare “con grazia”) seguono indicazioni di dettaglio sul cattivo stato di salute delle infrastrutture del mondo. Il punto non è solo questo. Ascanio Celestini ha ricordato da subito che “una strada non è solo una questione per politici e ingegneri. Una strada è una visione del mondo” (Internazionale, 15 agosto).

Mentre la politica dibatte (e i media nazionali la seguono passo dopo passo) su soldi, tempi e decreti, l’analisi del sentiment (che distingue i contenuti più polarizzati in termini di negatività o positività) ci riserva alcuni elementi di conforto. Certo, data la tragicità dei fatti, al 94% dei contenuti è assegnato segno negativo, approfondendo però quelli di carattere positivo (che sono comunque decine di migliaia) si rileva come, in questi mesi, alcuni specifici eventi siano stati accolti da noi italiani, ma anche dagli osservatori internazionali, con un senso quasi di gioia o quanto meno di incoraggiamento. Tra questi, il progetto regalato dall’architetto Renzo Piano alla città di Genova a pochi giorni dal crollo del ponte che ha fatto letteralmente il giro del mondo, più di recente la nomina del sindaco Bucci a commissario per il ponte con tanti sinceri auguri di buona fortuna e buon lavoro. Tra le notizie “più leggere”, emerge l’invito del Comune di Genova a ospitare la finale della “Copa Libertadores” tra River e Boca (notizia ripresa da centinaia di siti, soprattutto tra i media spagnoli e latino-americani). La partita si gioca a Madrid “ma come sarebbe stato bello”.

Sui social c’è l’affetto, la vicinanza alle famiglie delle vittime e agli sfollati, c’è un moltiplicarsi continuo di iniziative e manifestazioni a supporto di chi è più in difficoltà. Il tweet più virale è di Francesca Baraghini (giornalista genovese da qualche anno volto di Sky Italia) che a poche ore dalla tragedia scrive “Sono diventata matta per trovare mia madre. Matta. E l’ho trovata, in macchina, che tornava, come ogni giorno, passando da lì. La maggioranza passa da lì. Poi, parleremo di come può crollare un ponte a Genova nel 2018. Adesso, spero solo che tutti possano dire “L’ho trovata””. Fortissima l’invasione dei leader politici su facebook. Il primato del post più virale in assoluto dal giorno della caduta del Ponte spetta a Luigi Di Maio ma più il tempo è andato avanti più sono passati al primo posto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte prima e Matteo Renzi poi. I post politici sono di solito molto invasivi e, a leggere le reazioni, scatenano paradossalmente soprattutto “antipolitica”, oltre a rabbia, insulti, sarcasmo, piccate puntualizzazioni.

In quanto a semplici citazioni di personalità politiche su stampa e TV, web e social il Ministro Toninelli nel bene e nel male è il più menzionato (44%), seguono Giovanni Toti, Presidente della Liguria (28%), Marco Bucci, Sindaco di Genova (19%) e Edoardo Rixi, Viceministro genovese alle Infrastrutture e Trasporti (9%). Tra i temi più sentiti, dopo il cordoglio per le vittime e la situazione degli sfollati, emergono traffico e logistica. Seguono argomenti squisitamente tecnici su infrastrutture, logistica e costruzioni e infine commenti e articoli sull’impatto economico e sul turismo. Dal giorno della tragedia tutti gli enti e le associazioni imprenditoriali genovesi lanciano appelli per sottolineare che Genova, nonostante il grave danno, non è una città “invalida”. Non sempre però si superano i confini locali coinvolgendo testate nazionali ed internazionali o ottenendo riscontri dal variegato mondo social.

L’immagine della città nel paese e dell’Italia nel mondo dipendono dalla capacità di azione e reazione che sapremo dimostrare con i fatti. Sapremo superare la crisi rapidamente? Sapremo ri-progettare e ri-costruire il futuro? Un tweet di qualche giorno fa diceva “il primo ponte siamo noi”. Ognuno nel proprio ruolo, ognuno con le proprie abilità ed emozioni. #bethebridge

13 Gennaio 2019/da Sara Di Paolo
https://condiviso.coop/wp-content/uploads/2019/01/ponte2.jpg 500 500 Sara Di Paolo https://condiviso.coop/wp-content/uploads/2019/04/CONDIVISO_LOGOp.png Sara Di Paolo2019-01-13 18:47:542020-08-31 12:04:36Noi siamo quel ponte, il primo ponte siamo noi
Sara Di Paolo
MARKETING E COMUNICAZIONE

Monitoring Emotion: analisi semantica web, social, press

Monitoring Emotion

Oggi, il Web rappresenta una fonte imprescindibile di dati e informazioni, con un solo macroscopico problema: la quantità. Le imprese stanno investendo in modo consistente sul marketing Web e Social e si interrogano sul ritorno di questi investimenti. Monitoring Emotion mette insieme le competenze necessarie di Web e Social marketing con una tecnologia in grado di “distillare” le informazioni utili: quantitative – solo le informazioni che servono, e qualitative – le informazioni che consentono di decidere.

Monitoring Emotion è una piattaforma di ricerca semantica per l’ascolto e l’analisi in tempo reale del Web, della stampa e dei Social Media in Italia e all’estero. Consente il monitoraggio costante di tematiche industriali e sociali, di singoli attori e competitor. Aiuta a scoprire le best practice, consente di effettuare analisi di bench marking sui vantaggi competitivi di settore e produce sentiment analysis sulle opinioni del consumatore. Fornisce tutte le informazioni utili per individuare gli influencer della comunicazione e per effettuare strategie di risposta immediata e gestire situazioni di emergenza o di “crisi”. Con Monitoring Emotion infine è possibile misurare l’impatto delle proprie campagne e, se necessario, di modificarle in corso d’opera.

50 milioni di fonti Social, 50.000 siti Web, media e new media in 67 diverse lingue consentono a Monitoring Emotion di analizzare, incrociare e selezionare in chiave semantica, una grande mole di dati. Le informazioni presenti all’interno di siti, portali e banche dati oppure originate dalla comunicazione spontanea – blog, social network, forum – vengono lette profilando i fruitori di prodotti e servizi, il contesto in cui si trovano e operano, il comportamento e infine le loro stesse opinioni e emozioni. Con Monitoring Emotion si esce da una logica basata sulla semplice ricerca per parole chiave, sfruttando appieno algoritmi e correlazioni semantiche per comprendere la polarità positiva o negativa di ciò che viene detto e la loro rilevanza per l’organizzazione rispetto al contesto in cui opera.

Monitoring Emotion è un progetto nato in Condiviso, frutto di un accordo di partnership tra Words, Le Rive e Maps.

www.monitoringemotion.it
7 Febbraio 2017/da Sara Di Paolo
https://condiviso.coop/wp-content/uploads/2017/02/terzo.jpg 600 600 Sara Di Paolo https://condiviso.coop/wp-content/uploads/2019/04/CONDIVISO_LOGOp.png Sara Di Paolo2017-02-07 17:48:552020-09-01 10:02:11Monitoring Emotion: analisi semantica web, social, press
Sara Di Paolo
MARKETING E COMUNICAZIONE

Digital corporate communication

Digital Corporate Communication

DIGITAL CORPORATE COMMUNICATION/MONITORING EMOTION

RIFLESSIONI, STRUMENTI E SOLUZIONI PER LA COMUNICAZIONE D’IMPRESA OGGI

Giovedì 10 novembre – ore 17:30

Presentazione del volume “DIGITAL CORPORATE COMMUNICATION, le cinque leve della comunicazione d’impresa nell’era del web” (di M. Pecchenino, E.D. Arnese, FRANCO ANGELI, 2016) e di MONITORING EMOTION, strumenti di analisi semantica su web e social.

Una serata di riflessioni e approfondimento sulla comunicazione d’impresa al tempo del web. Si comincia con la presentazione del libro “DIGITAL CORPORATE COMMUNICATION, le cinque leve della comunicazione d’impresa nell’era del web” a cura degli autori che affronteranno il tema della comunicazione d’impresa a partire dalla 5 leve “classiche” (Relazioni Pubbliche, Marketing Diretto, Pubblicità, Promozioni e Sponsorizzazioni) declinate dal tradizionale al digitale, attraverso casi ed esperienze sia italiane che internazionali. Al centro del libro, c’è il rapporto tra professionista e tecnologie per Comunicare, in particolare dopo la rivoluzione digitale.

Si prosegue con la presentazione di “MONITORING EMOTION”, la piattaforma di ricerca semantica per l’ascolto e l’analisi in tempo reale del Web, della stampa e dei Social Media. Potente strumento per le imprese, consente un monitoraggio costante dei competitor rispetto agli argomenti analizzati, aiuta a scoprire best practice di settore in tempo reale, fornisce tutte le informazioni per creare una strategia comunicativa su misura.

Partecipano all’incontro:

  • Mauro Pecchenino, autore del libro. Consulente di Comunicazione d’Impresa, giornalista e docente universitario, autore di un’ampia letteratura sul tema
  • Eleonora Dafne Arnese, autrice del libro. Consulente di Comunicazione d’Impresa e ricercatrice
  • Sara Di Paolo, esperta di marketing e comunicazione, tra i fondatori di Monitoring Emotion

Riferimenti

DIGITAL CORPORATE COMMUNICATION, LE CINQUE LEVE DELLA COMUNICAZIONE D’IMPRESA NELL’ERA DEL WEB,  di M. Pecchenino, E.D. Arnese, FRANCO ANGELI, 2016

MONITORING EMOTION, strumenti di analisi semantica su web e social – www.monitoringemotion.it

26 Ottobre 2016/da Sara Di Paolo
https://condiviso.coop/wp-content/uploads/2016/10/RAZZI1.jpg 709 703 Sara Di Paolo https://condiviso.coop/wp-content/uploads/2019/04/CONDIVISO_LOGOp.png Sara Di Paolo2016-10-26 15:52:432020-09-01 10:27:56Digital corporate communication

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